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Metodi di scrittura di Pier Vittorio Tondelli
Ecco alcune indicazioni, come per un tema in classe. Scrivete non di ogni cosa che volete, ma di quello che fate...

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Lettura / approfondimento sul metodo

di Pier Vittorio Tondelli

Ecco alcune indicazioni, come per un tema in classe. Scrivete non di ogni cosa che volete, ma di quello che fate. Astenetevi dai giudizi sul mondo in generale {ci sono già i filosofi, i politologi, gli scienziati ecc.), piuttosto raccontate storie che si possano oralmente riassumere in cinque minuti. Raccontate i vostri viaggi, le persone che avete incontrato all’estero, descrivete di chi vi siete innamorati, immaginatevi un lieto fine o una conclusione tragica, non fate piagnistei sulla vostra condizione, la famiglia, la scuola e i professori, ma provate a farli diventare dei personaggi e, quindi, a farli esprimere con dialoghi, tic, modi di dire. Descrivete la vostra città, esercitatevi a fare degli schizzi descrittivi su quel che vedete dalla finestra, dall’autobus, dall’automobile. Raccontate le vostre angosce senza reticenze piccolo borghesi, anzi “spandendo il sale sulla ferita”. Dite quello che non va e quello che sognate attraverso la creazione di un “io narrante” che non deve, per forza di cose, essere in tutto e per tutto simile a voi. Iniziate a fingere, a dire bugie, a creare sulla carta qualcosa che parta dal vostro mondo, ma che diventi poi il mondo di tutti, nel senso che tutti noi che leggiamo possiamo comprenderlo. Fate racconti brevi, ricordando che il racconto è il miglior tempo della scrittura emotiva e parlata. Fate esercizi di questo genere: descrivere un fatto in una pagina senza l’uso della punteggiatura, poi lo stesso fatto in un’altra paginetta solo attraverso il dialogo, poi ancora la stessa cosa come se fosse successa cento anni fa e la raccontaste da un’astronave. Raccontate di voi, dei vostri amici, delle vostre stanze, degli zaini, dell’università, delle aule scolastiche. Ricordate che quando vi mettete a scrivere, state facendo i conti con un linguaggio fluido e magmatico che dovrete adattare alla vostra storia senza incorrere nello stile caramelloso della pubblicità o in quello patetico del fumettone. Il modo più semplice è scrivere come si parla (e questo è già in sé un fatto nuovo, poiché la lingua cambia continuamente), ma non è il più facile. Non abbiate paura di buttare via. Riscrivete ogni pagina, finché siete soddisfatti. Vi accorgerete che ogni parola può essere sostituita con un’altra. Allora, scegliendo, lavorando, riscrivendo, tagliando, sarete già in pieno romanzo.

da “Scarti alla riscossa” – 1985

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