SU IL SIPARIO

Realtà e finzione dietro il sipario della vita
L’ipotesi della realizzazione del nostro “corto” potrebbe partire proprio da quella frase utilizzata nel sito web “giù le maschere”...

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“Giù le maschere” “su il sipario” per diventare “Un’oasi, ragazzi!”

L’ipotesi della realizzazione del nostro “corto” potrebbe partire proprio da quella frase utilizzata nel sito web “giù le maschere”. Con questa espressione diciamo che cercheremo insieme di rendere la vita più autentica.

Ma il film, come il teatro, è di per sé una finzione. E allora?

Quando gli attori interpretano dei personaggi, si sa già che tutto viene costruito nella fantasia di chi scrive il racconto. Nello stesso tempo, sappiamo bene che questa finzione molto spesso esprime tante verità sulla nostra vita e sui nostri sentimenti più profondi e, spesso, proprio sui sentimenti che riconosciamo con più fatica. Questo succede anche quando leggiamo un romanzo: sappiamo bene che la storia è quasi del tutto inventata e che i personaggi e i nomi non sono mai esistiti, e che, nello stesso tempo, partendo da quel racconto possiamo far memoria di esperienze vissute veramente nella nostra realtà quotidiana.

A volte si tratta solo di piccole espressioni, di frammenti di vita. Proprio queste frazioni di vita diventano realistiche e concrete nel momento in cui noi stessi ci riconosciamo in un personaggio o in un episodio.

Finzione e realtà scambiano spesso i loro ruoli ed entrano in dialogo come succede davanti ad un sipario.

“Aprire il sipario”, per esempio, significa far vedere degli attori, delle maschere.

Sappiamo che la parola “persona” nelle lingue latina e greca antica significava proprio “maschera”.

Nel momento in cui appaiono le maschere per rappresentare qualcosa, ma non è detto che questo qualcosa sia finto. Al contrario, spesso si tratta della rappresentazione più autentica della nostra persona.

“Chiudere il sipario” significa lasciare gli attori alla loro quotidianità. Essi non sono più maschere, ma persone che manifestano i loro dubbi e problemi, persone che raccontano la loro vita, che hanno degli impegni, che devono correre da una parte o dall’altra, che devono espletare le incombenze della vita quotidiana, come tutti… e tutto questo sembra “realtà”.

Ma chi dice che questa sia “realtà”. Che cos’è la realtà e cos’è la finzione? 

Il sipario mette un confine simbolico tra la realtà e la finzione. Un confine molto labile e “penetrabile”.

Sipario, quindi, simbolo della vita… il sipario aperto, chiuso o semichiuso, nel momento in cui una persona (maschera) si affaccia tra le tende per guardare il pubblico e cerca di sbirciare se, tra la gente, riconosce qualcuno.

La vita stessa si gioca spesso tra finzione e realtà. Quante volte, infatti, raccontiamo delle cose in maniera camuffata o con qualche bugia per riuscire a “cavarcela” in qualche modo o per evitare che qualcuno ci giudichi male.

Anche noi utilizziamo il sipario della nostra vita: usiamo delle maschere, diciamo quello che ci sembra più opportuno. Cerchiamo di proteggerci da una critica o da una paura di venire giudicati. Facciamo fatica a confidarci anche con noi stessi, anzi ancora di più con noi stessi.

“Giù le maschere” è un invito a dire ed essere quello che siamo veramente.

La cifra espressiva del film (cortometraggio) potrebbe essere quello dell’ironia e dell’umorismo.

Solo l’ironia e l’umorismo, diceva Charlie Chaplin, potrà salvarci.

I gruppi di “scrittura” e di “immagini – foto – video” potrebbero raccontare anche solo visivamente o con degli sketch dialogati qualcosa che rappresenti in maniera ironica la realtà.

Il gruppo di “scrittura”, in particolare, potrebbe diventare un serbatoio di racconti di vario genere da sceneggiare in vari luoghi: in famiglia o in un’aula scolastica, sulla strada o in qualsiasi luogo che frequentiamo e dove si svolge la nostra vita.

Il gruppo “musica” potrebbe cercare di interpretare, attraverso una colonna sonora, i sentimenti e le azioni rappresentate dai gruppi “scrittura” e “sceneggiatura – video”.

Potremmo inserire la storia di un gruppo musicale che crea e poi canta delle canzoni…

Nell’attività dei gruppi, è necessario che ognuno tiri fuori la propria fantasia e la propria creatività con le proprie capacità espressive (musica, danza, scrittura, immagini, video) per inventare storie o situazioni vissute direttamente e che portino alla luce, senza maschere, le nostre emozioni più profonde e il nostro modo di vivere.

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